Sotto il fascismo l’Italia ha vissuto uno dei momenti più bui della sua storia LGBT+ quando centinaia di persone in tutta Italia (quasi esclusivamente uomini) vennero arrestate, schedate dal ministero dell’Interno, e mandate al confine perché omosessuali.
‘Le stazioni della Via Dolorosa degli Arrusi’ è la storia degli ‘arrusi’. I quarantacinque uomini omosessuali catanesi arrestati e deportati nell’isola di San Domino delle Tremiti.
‘Tale grave aberrazione sessuale che offende la morale’
‘“La piaga della pederastia in questo Capoluogo tende ad aggravarsi e generalizzarsi perché giovani finora insospettati, ora risultano presi da tale forma di degenerazione sessuale. Questo dilagare di degenerazione in questa città ha richiamato l’attenzione della locale Questura che è intervenuta a stroncare o, per lo meno, ad arginare tale grave aberrazione sessuale che offende la morale. Ritengo pertanto indispensabile, nell’interesse del buon costume e della sanità della razza, intervenire con provvedimenti più energici perché il male venga aggredito e cauterizzato nei suoi focolai. A ciò soccorre, nel silenzio della legge, il provvedimento del Confino di polizia”.
Dalla relazione del Questore Molina
Regia Questura di Catania, 20 gennaio 1939 A. XVII
Dalla relazione del Questore Molina
“A S.E. Il Prefetto Presidente della Commissione Provinciale per l’Assegnazione al Confino di Polizia, Catania Oggetto: proposta per il confino di polizia a carico di …
La piaga della pederastia in questo Capoluogo tende ad aggravarsi e generalizzarsi perché giovani finora insospettati, ora risultano presi da tale forma di degenerazione sessuale sia passiva che attiva che molto spesso procura loro anche mali venerei. In passato molto raramente si notava che un pederasta frequentasse caffè e sale da ballo o andasse in giro per le vie più affollate; più raro ancora che lo accompagnassero pubblicamente giovani amanti od avventori. Il pederasta ed il suo ammiratore preferivano allora le vie solitarie per sottrarsi ai frizzi ed ai commenti salaci; erano in ogni caso generalmente disprezzati non solo dai più timidi, ma anche da quelli che passavano per audaci e senza scrupoli, ma che in fondo erano di sana moralità. Oggi si nota che anche molte spontanee e naturali repugnanze sono superate e si deve constatare con tristezza che vari caffè, sale da ballo, ritrovi balneari e di montagna, secondo le epoche, accolgono molti di tali ammalati, e che giovani di tutte le classi sociali ricercano pubblicamente la loro compagnia e preferiscono i loro amori snervandosi e abbrutendosi.
Questo dilagare di degenerazione in questa città ha richiamato l’attenzione della locale Questura che è intervenuta a stroncare o, per lo meno, ad arginare tale grave aberrazione sessuale che offende la morale e che è esiziale alla sanità e al miglioramento della razza, ma purtroppo i mezzi adoperati si sono dimostrati insufficienti.
I fermi per misure, le visite sanitarie, la maggiore sorveglianza esercitata negli esercizi pubblici e nelle pubbliche vie, non rispondono più alla bisogna. Perché infatti i pederasti fatti più cauti per eludere la vigilanza della Pubblica Sicurezza ricorrono ad una infinità di ripieghi.
I più abbienti mettono su quartini mobiliati con gusto civettuolo ed invitante; i più poveri per spirito di emulazione e per non essere di meno ricorrono ai più disparati espedienti non escluso il furto, per procurarsi i mezzi e mettere anch’essi su una casa ospitale. Tutti poi, per vanità, per piccole gelosie, menano vanto delle conquiste fatte che tentano mantenere a prezzo di qualsiasi sacrificio.
I giovani dall’altro (quando non espressamente invitati) sono sospinti in quelle case, alcuni dalla curiosità, altri dall’insidioso desiderio di fumarvi gratuitamente una sigaretta, e tutti, dopo aver visto, hanno voluto poi provare sicché vi sono sempre ritornati.
È tale presa di contatto, anche quando non sfugge alla Polizia, che non può in ogni caso essere impedita, pur prevedendosene gli sviluppi e le ultime conseguenze.
Ritengo pertanto indispensabile, nell’interesse del buon costume e della sanità della razza, intervenire con provvedimenti più energici perché il male venga aggredito e cauterizzato nei suoi focolai. A ciò soccorre, nel silenzio della legge, il provvedimento del Confino di Polizia da adottarsi nei confronti dei più ostinati fra cui segnalo…”
Dalla relazione del Questore Molina
Regia Questura di Catania, 20 gennaio 1939 A. XVII
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